Ama: stretta su visite mediche al palo, la Cgil “chieste da sindacati, è sicurezza su lavoro”

Nel 2020 e nel 2021 nell’azienda capitolina Ama sono state svolte soltanto 1.500 visite mediche obbligatorie per verificare l’idoneità dei lavoratori. Da un paio di mesi il nuovo management ha avviato una stretta sulle verifiche per i 7.162 dipendenti: 3.096 le visite effettuate a maggio, in 330 non si sono presentati; 693 quelle svolte a giugno, 72 operatori non l’hanno effettuata. Nel complesso a maggio le verifiche hanno permesso il ritorno a lavoro di 200 persone fino a quel momento inidonee, a giugno sono stati 125 invece i dipendenti che hanno ripreso le attività per cui prima erano stati considerati inabili.

Dal sindacato Cgil di Roma, spiegano: “Abbiamo chiesto noi la riattivazione delle visite mediche fiscali che venivano fatte con grande rilento e che sono obbligatorie. È naturale che se si rallenta il processo di verifica, si allungano notevolmente i tempi di una temporanea indisponibilità dovuti a traumi o malattie: siamo stati i primi a richiedere la riattivazione e ne siamo felici. Si parla di furbetti, ma non è così: è stata una carenza dell’azienda negli anni passati. Poi qualche caso, uno o due, di qualcuno che fa il furbo ci sarà pure, ma non è la normalità. Ripeto, ben venga la riattivazione delle verifiche: è un tema di sicurezza sul luogo di lavoro”.