Rsa, Spi Cgil: “umanizzare assistenza, strutture ascoltino Regione”

Umanizzazione dell’assistenza nelle Rsa, residenze sanitarie assistenziali, e confronto con i comitati di partecipazione: sono due obiettivi largamente disattesi dalle direzioni delle Rsa. Lo dice lo Spi Cgil di Roma e del Lazio, precisando di averne richiesto l’attuazione “sin dal confronto, anni or sono, con la Regione Lazio al momento della stesura del regolamento dei comitati di partecipazione“.

“Nella pandemia sono apparsi più evidenti lo scarso impegno a trovare soluzioni per interrompere l’isolamento degli ospiti dai loro familiari e in molti casi le chiusure ai componenti dei comitati e al sindacato dei pensionati che tale impegno sollecitavano. Dalla prima fase della pandemia a quella attuale si è evidenziata una sorta di autoreferenzialità dei soggetti proprietari e degli amministratori di Rsa, una diffusa attitudine a non confrontarsi con sindacato, familiari e comitati di partecipazione”.

La Regione Lazio, nei giorni scorsi, accogliendo la richiesta del sindacato, con una lettera, ha chiesto alle Rsa accreditate di collaborare per il superamento della situazione. La lettera inviata richiama le Rsa a impegnarsi per garantire il diritto alla partecipazione dei familiari degli utenti alla vita dei loro congiunti (sia da remoto, almeno una volta a settimana, ove possibile, allestendo una ‘Stanza degli affetti’ protetta), e a porre in essere, nelle diverse forme, l’umanizzazione nella tutela degli utenti delle Rsa”.

“La Regione inoltre ha chiesto di conoscere costituzione e composizione dei comitati di partecipazione. Il sindacato dello Spi Cgil di Roma e del Lazio è impegnato perché si concretizzino i cambiamenti che sono stati sollecitati con la lettera della Regione Lazio”, ha detto Alessandra Romano, segretaria generale Spi Cgil Roma e Lazio.

23 novembre 2020