La Repubblica//Trasporti in tilt: in strada meno bus dell’era pre-Covid

Ottobre 2019: per le strade di Roma c’erano 1.458 mezzi al giorno, di cui 1.386 bus e 72 tram. Ieri sono usciti 1.429 vetture, di questi 1.364 erano i bus e 65 i tram. I numeri prodotti dalla Cgil dì Roma e Lazio dicono tutto: rispetto all’anno scorso, quando non c’era l’emergenza Covid, il trasporto pubblico di superficie poteva contare su un numero maggiore di mezzi in azione.

Sembra un paradosso, visto che nel frattempo sono arrivati 150 nuovi autobus e sono pure scattate le norme sul distanziamento. Ma ci sono variabili che incidono pesantemente sul servizio. Prima fra tutti la ripresa della pandemia, che si è portata con sé un alto numero di positivi anche in Atac, dunque di autisti e meccanici in quarantena. «Prima dell’estate contavamo 12 contagiati, ora ce ne sono almeno 30 – racconta Daniele Fuligni, segretario Filt Cgil Roma e Lazio – triplicati i contagi e triplicate le quarantene».

I contagi si sono abbattuti anche sulla struttura aziendale incaricata di effettuare le visite ai nuovi assunti, che dovevano entrare al rtmo di 30-40 al mese. Così, da oltre una settimana, sono bloccate anche le nuove leve. E poi i mezzi continuano ad andare a fuoco, oppure a rompersi in pieno servizio, con il risultato che alla fine il saldo tra i bus fuori uso e quelli appena sdoganati finisce in parità.

«Campidoglio e Atac non hanno fatto una seria programmazione, eppure hanno avuto più di sei mesi prima dell’inizio della scuola e della ripresa delle attività – accusa Natale Di Cola, segretario Cgil Roma e Lazio – adesso ci troviamo di fronte ad una palese violazione delle norme antìcovid, perché nelle ore di punta nessun mezzo viaggia all’80% della sua capacità e le banchine della metropolitana e delle fermate tracimano di gente».

Secondo il monitoraggio della Cgil, ci sono due fasce crìtiche sulle quali è urgente intervenire: quella tra le 5.30 e le 7 e quella tra le 16 e le 18. «In queste due fasce orarie prende bus e metro chi non ne può fare a meno: colf, muratori, persone con lavori a basso reddito – spiega Di Cola – durante il resto della giornata i mezzi hanno pochi passeggeri perché con la pandemia anziani e turisti non si muovono più. Per questo bisogna riorganizzare il servizio. Ma per i bus è assai complicato, visto che a bordo non esistono contapersone e arrivano empiriche segnalazioni dagli addetti dei capolìnea».

Anche la metro ha i suoi problemi: la gara per la fornitura di 20 nuovi treni per le linee A e B-B1 è andata deserta. I segretari regionali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno mandato una lettera al prefetto Matteo Piantedosi denunciando «il mancato rispetto del necessario distanziamento sui mezzi pubblici, sia su strada che su rotaie, in tutta la regione». Dulcís in fundo: sciopero dei mezzi il prossimo 23 ottobre, dalle 8,30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio, indetto dai sindacati di base.

di Cecilia Gentile

Fonte: La Repubblica

13 ottobre 2020