“Lo stanziamento della quota parte spettante alla Regione Lazio per il riconoscimento degli aumenti salariali dei 25 mila lavoratori e lavoratrici della sanità privata accreditata della regione, che come gli operatori di tutta Italia aspettano il rinnovo del contratto da 14 anni, è un passo avanti verso la sua sottoscrizione definitiva, da cui le parti datoriali si sono finora tirate indietro”. Così i sindacati Cgil Cisl Uil regionali sulla delibera approvata ieri sera dalla Regione Lazio.
“Stiamo parlando di tante professionalità sanitarie che nelle strutture private accreditate garantiscono servizi pubblici alla salute a tutti i cittadini. Il peso del privato accreditato nella nostra Regione è tra i più elevati, e sostiene la parte di servizi sanitari di riabilitazione e lungodegenza per la quasi totalità. Spesso strutture d’eccellenza, in esse operano lavoratrici e lavoratori che non si sono sottratti, nell’ordinario come nel periodo di emergenza, a condizioni di lavoro pesantissime, dando sempre il massimo, come i loro colleghi del pubblico. Le condizioni contrattuali e di lavoro tuttavia sono molto diverse”.
“Con questo rinnovo si iniziano a riequilibrare le disparità in tema di diritti, salari e tutele, dando maggiore dignità e riconoscimento a questi lavoratori. La delibera di ieri, che conferma il 50% delle risorse necessarie a sostenere gli aumenti previsti dal rinnovo, è un segnale concreto e importante verso la chiusura di una fase difficile“.
“L’emergenza Covid-19 ha dimostrato che la tutela del lavoro è fondamentale per garantire servizi efficaci e di qualità. Si deve ora l’occasione per ripensare l’intero sistema degli accreditamenti, rinforzando il ruolo pubblico e l’utilizzo delle risorse dei contribuenti per il rilancio del sistema sanitario regionale. L’asticella finora spostata sul riconoscimento di risorse ai privati, tradotti in profitti milionari degli imprenditori, a cui non ha corrisposto finora adeguata responsabilità verso i propri dipendenti, deve ora riequilibrarsi a vantaggio del lavoro e dei servizi pubblici. Vanno introdotti meccanismi regolatori più efficaci, riviste le tariffe per le prestazioni, stabiliti controlli progressivi sugli standard. L’indicazione ad applicare i contratti nazionali di riferimento, riconosciuti dalle sigle sindacali più rappresentative, va posta al centro e resa regola”.
“Oggi saremo in piazza con le categorie per lo sciopero nazionale: il contratto deve arrivare alla sigla definitiva, siamo a un punto di svolta“.
16 settembre 2020