Sanità, redditi e salari, contrasto all’evasione, fondi garanzia. Sono questi, secondo Cgil, Cisl e Uil regionali, alcuni dei settori su cui puntare per una ripresa economica post Covid. Il piano “Ricostruire il futuro” per la ripartenza nella fase 3 è stato presentato oggi a Roma da Michele Azzola, Enrico Coppotelli e Alberto Civica, rispettivamente segretari generali di Cgil di Roma e Lazio, Cisl Lazio e Uil Lazio.
“Una nuova politica industriale e di sviluppo non può prescindere dal mantenimento dei livelli occupazionali, da una sanità realmente efficiente per i cittadini, da un contrasto della disoccupazione, delle diseguaglianze sociali e dell’evasione fiscale per permettere al nostro territorio e all’intero paese di riprendere quota e far ripartire l’economia dopo il giusto ma grave blocco causato dalla pandemia ancora in corso”.
In particolare, secondo i sindacati, servono per il biennio 2020/21 almeno 10 mila tra assunzioni e re-internalizzazioni delle attività “core” oggi affidate in appalto in ambito sanitario per rimuovere l’ingiustizia secondo cui a stesso lavoro non corrispondono stessi diritti.
Per le prossime settimane, ha spiegato il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola, “puntiamo ad aprire tavoli di confronto tematici con Regione e Comune, dopo che questa pandemia ha messo a nudo tutte le fragilità di questo sistema. Vogliamo evitare il rischio che si possa pensare che basti alzare la serranda per ritornare ai numeri di febbraio, come se nulla fosse successo, ma questo è impossibile perché è cambiato il comportamento del mondo sia nell’export che nel turismo, basti fare un giro e vedere che tante attività commerciali a Roma non ritengono produttivo aprire”. Per tale motivo “abbiamo elaborato questo documento per realizzare un nuovo modello di sviluppo – ha aggiunto Azzola – per un’economia che non lasci indietro le persone, o l’aumento delle diseguaglianze sarà tale da aumentare così tanto le tensioni sociali a settembre e ottobre da mettere a rischio la stessa tenuta democratica del paese. Gli ammortizzatori sociali del Governo sono stati utili per tamponare l’emergenza, ma ora è il momento del rilancio”.
Per raggiungere questo obiettivo bisogna “rilanciare una sanità pubblica di qualità – ha sottolineato il segretario della Cgil di Roma e del Lazio – facendo tesoro di questa esperienza, oltre a mettere a punto una legge regionale sugli appalti che garantisca la continuità del tessuto economico, dei diritti e dei redditi dei lavoratori che hanno tirato la carretta in questo periodo di crisi e che non si possono sempre usare come leva”.
Infine, per Azzola, la crisi che stiamo vivendo “è molto peggiore rispetto a quella del 2008 perché ha avuto ben due impatti immediati: abbiamo chiuso tutte le attività in una notte e bloccando le frontiere abbiamo perso l’intero comparto del turismo. Quello che ci preoccupa di più, però, sono le ricette: nel 2008 lo slogan era ‘se l’impresa sta bene, il paese sta bene’, togliendo regole e controlli e portando il sistema a una fragilità che poi si è vista nel crollo di questo febbraio. Stavolta – ha concluso Azzola – non si ripartirà togliendo regole, diritti e trasparenza, o torneremo come prima a crescere allo zero virgola senza un vero sviluppo”.
“Ricostruire il futuro” perché “in regione e in città vediamo una situazione postbellica: il 95 per cento delle imprese con meno di 5 dipendenti, che hanno chiesto la cassa integrazione in deroga, non sta riaprendo, saranno vitali i temi della formazione e della sicurezza perché l’emergenza non è finita – ha detto il segretario generale della Cisl Lazio Enrico Coppotelli -. Il Covid avanza giorno dopo giorno, nonostante un rallentamento, ma non vorremmo che a settembre i luoghi di lavoro possano diventare moltiplicatori di contagi. Non ci saranno iniziative dei privati senza investimenti pubblici efficaci che perseguano i punti strategici di sviluppo”, ha concluso Coppotelli.
Il segretario generale della Uil Lazio Alberto Civica ha tenuto a sottolineare che si vuole dare un contributo alla discussione degli Stati generali. “Inoltre a breve la Regione Lazio dovrà cominciare la stesura del nuovo piano operativo regionale per delineare i temi dello sviluppo – ha aggiunto Civica – . Negli ultimi anni sono stati dati milioni di euro alle imprese ma poi al momento della pandemia si sono trovate in difficoltà, è evidente che si tratta di un meccanismo che non ha funzionato; in 20-25 anni c’è stata una riduzione del perimetro dell’intervento pubblico che ha portato, tra le altre cose, al precariato nella pubblica amministrazione, a un sistema dell’Inps che non regge l’urto, a un sistema di diseguaglianze allucinante, come le cooperative in sanità”.
Per Civica c’è “bisogno di un welfare universale, non sostitutivo, e investimenti in ricerca, sanità e istruzione che invece sono sempre stati colpiti da tagli lineari: questi fondi – ha concluso il segretario della Uil del Lazio – vanno aumentati e devono essere indirizzati alla creazione di un nuovo sviluppo economico verso un modello ecosostenibile”. In generale, secondo i sindacati sarà poi necessario confrontarsi su interventi a protezione dei beni primari e sulla tutela dei più deboli relativamente a reddito, casa, istruzione, assistenza e cibo, ricordando l’importanza del ruolo pubblico in settori così prioritari e adeguando gli interventi dello Stato al reale fabbisogno territoriale. Il piano dei sindacati prevede anche di attivare dei fondi di garanzia regionali a totale copertura dei prestiti personali equivalenti all’importo dei sussidi nazionali (e se possibile alle integrazioni regionali), con erogazioni immediate, oltre che rafforzare la dotazione economica del fondo di garanzia della Regione Lazio attivo presso il Mise, valorizzando il ruolo di confidi per la riassicurazione, l’elevazione della garanzia e ampliando i tempi di restituzione.
“In tutto questo – hanno precisato Cgil, Cisl e Uil – la Regione Lazio avrà ovviamente un ruolo determinante e dovrà attivarsi sin da subito per favorire la ripresa dell’attività e dell’occupazione preesistente alla crisi, ostacolare la delocalizzazione delle imprese, facilitare la transizione ecologica e digitale”.
16 giugno 2020