Il segretario generale della Filctem Cgil Roma nord Civitavecchia Viterbo, Mauro Vaccarotti, sulla ipotizzata riapertura del distretto ceramico di Civita Castellana dichiara: “Siamo costretti a fare alcune precisazione rispetto alla richiesta avanzata da Augusto Ciarrocchi, presidente della ceramica Flaminia e di Confindustria ceramica, circa la volontà di riaprire, in sicurezza”.
“Intanto facciamo presente che i lavoratori sottoposti a regime di cassa integrazione sono 2.005 di cui 1.642 operai, 72 apprendisti e 291 impiegati, distribuiti su 42 aziende, 4 stoviglierie, 2 minerarie e 36 sanitari. Maggiormente insediate nei paesi di Civita Castellana, Fabrica di Roma, Castel Sant’Elia e Gallese. Tutte di piccole dimensione ad eccezione di 7/8, al quale probabilmente fa riferimento il dottor Ciarrocchi, e che, se il discorso si riferisse al solo magazzino staremmo a parlare di circa 100 addetti e non 700 come dichiarato a mezzo stampa”.
“Si sappia che il Comune di Civita Castellana, per contrastare l’espansione del covid-19, ha censito i cittadini sulla base delle malattia polmonari, dedicando loro una priorità per la consegna di mascherine,e questi risultano essere 800. Che probabilmente dovremmo aumentare il numero relativamente ai comuni che storicamente danno manodopera alle fabbriche del distretto. Che l’Asl spresal di Civita Castellana, ha indicato in 243 i casi riconducibili a malattie professionali come silicosi, asbestosi, placche pleuriche e tumori polmonari”.
“Pertanto, se Ciarrocchi e Confindustria vogliono la riaprire, nonostante non siano beni essenziali, così come specificato dal Dpcm del 23.03.2020, li riterremo diretti responsabili dell’eventuale epidemia che si svilupperebbe sul nostro territorio, fermo restando, che un minuto dopo lo scioglimento del Dpcm e il ritorno alla seminormalità, ci metteremo al tavolo degli imprenditori per fissare il recupero del terremo perso valutando per primo, il periodo delle ferie estive, come già fatto con molte aziende che non seguono questa idea scellerata. La sicurezza viene data dal Servizio sanitario nazionale non da Confindustria“.
5 aprile 2020