“In merito all’emergenza Covid-19, già nei scorsi giorni abbiamo chiesto a Roma Capitale e alla Regione Lazio di attivare tutti gli strumenti di confronto e di intervento istituzionale per dare pronte risposte ai lavoratori, ai cittadini e alle imprese in questa fase difficile per il paese e per la nostra regione. Ieri, inoltre, abbiamo scritto alle principali associazioni datoriali per segnalare preoccupanti iniziative adottate da alcune imprese che hanno inviato lettere di licenziamento senza nemmeno valutare l’utilizzo degli ammortizzatori conservativi. Vogliamo dire con chiarezza che se vogliamo superare come sistema paese un’emergenza come quella che l’Italia sta attraversando serve responsabilità e nessun lavoratore deve essere licenziato in questi giorni di enorme difficoltà”.
Lo dicono la Cgil di Roma e del Lazio, la Cisl di Roma Capitale Rieti, la Cisl del Lazio e la Uil del Lazio.
“La rapida evoluzione dell’emergenza, che ha portato il Governo a emanare ieri sera nuovi decreti per aumentare ed estendere in tutta Italia le misure già previste per la sola zona ‘rossa’ e per potenziare il Sistema Sanitario Nazionale, impone un’accelerazione delle azioni da mettere in campo anche sul nostro territorio.
“Nelle prossime ore, viste anche le specificità del nostro tessuto produttivo, invieremo alle istituzioni territoriali un documento con le proposte di misure di sostegno al reddito necessarie per far fronte a questa condizione di emergenza, anche in vista dell’annunciato provvedimento del Governo”.
“Sono già diverse migliaia le lavoratrici e i lavoratori che si ritrovano a non poter lavorare e senza un reddito: più di seimila sono quelli dei servizi di pulizia, assistenza ai disabili e mensa legati alle chiusure delle scuole del solo Comune di Roma. Analoga condizione è possibile rilevarla in diversi enti locali della regione. Un numero destinato a salire esponenzialmente già nei prossimi giorni, quando gli effetti delle limitazioni necessarie per fermare l’emergenza Covid-19 decise dal Governo troveranno piena attuazione”.
“Servirà tempestività nelle misure e un forte coordinamento per evitare un crollo dell’economia regionale, prevedendo l’utilizzo anche di altre leve economiche oltre a quelle nazionali per garantire la liquidità delle aziende in grande difficoltà (anche attraverso un differimento delle imposte). Allo stesso tempo occorrerà farsi carico delle grandi emergenze che si stanno scaricando sui lavoratori e lavoratrici, in particolare quelli più precari e degli appalti, ovvero con basso reddito e basso livello di protezione sociale. In questo senso ci sentiamo di sostenere la proposta di una moratoria sugli sfratti“.
“Ci aspettiamo inoltre un pieno coinvolgimento per l’attuazione delle misure che permetteranno un potenziamento del SSR. La tensione e le difficoltà all’interno delle strutture sanitarie sono in costante aumento. Per affrontare l’emergenza non si può procedere con scelte unilaterali e facendo leva esclusivamente sul senso di responsabilità degli operatori del SSR e delle società che svolgono i servizi in appalto come avvenuto in queste settimane e a cui va il nostro sentito ringraziamento. Servono scelte condivise con le organizzazioni sindacali per garantire la sicurezza dei lavoratori e la qualità dei servizi per i cittadini“.
“Vogliamo infine lanciare un appello alla responsabilità agli operatori economici sul nostro territorio: le restrizioni previste dal nuovo DPCM stanno mettendo a dura prova milioni di lavoratori. Crediamo che le aziende debbano fare tutto il necessario per rispettare le previsioni del decreto e le misure di sicurezza conseguenti e se necessario adeguare i tempi e le modalità di produzione a quanto previsto del decreto. Solo così potremmo evitare conseguenze persino peggiori a quelle già in corso”.
10 marzo 2020