Cgil Roma e Lazio, dati confermano tendenza calo contratti tempo indeterminato nel Lazio

“I dati dell’osservatorio sul precariato relativi ai primi sei mesi del 2019 confermano, per quanto riguarda il Lazio, una tendenza consolidata: i contratti a tempo indeterminato attivati sono inferiori delle cessazioni”. Così, in una nota, Antonella Monchieri, segretaria della Cgil di Roma e del Lazio.

“Nei primi sei mesi del 2019, infatti, le attivazioni sono state 74.490, mentre le cessazioni sono state 83.235. Ciò significa che 8.745 contratti a tempo indeterminato non sono stati sostituiti con la stessa tipologia contrattuale“.

“Un’altra caratteristica importante dei contratti a tempo indeterminato attivati è il part time: dei 74.490 contratti attivati il 45,5 per cento (33.249) è a tempo parziale. E’ del tutto evidente che il lavoro buono si riduce nei numeri e nella quantità di ore lavorate”.

Ancora la sindacalista spiega che “i settori che attivano maggiormente i contratti a tempo indeterminato sono quelli del commercio e della ristorazione che raggiungono il 38 per cento del totale attivazioni. I contratti a termine continuano a essere la tipologia prevalente con 21.5167 attivazioni nei primi sei mesi. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente registriamo un lieve calo dell’otto per cento circa. Pur non avendo dati stabili possiamo osservare che la durata dei contratti a termine è tendenzialmente concentrata nei 30 giorni, con un addensamento nel brevissimo periodo. Se in questo quadro inseriamo anche il numero di ore autorizzate di cassa integrazione, lo scenario diventa ancora più fosco”.

Riqualificare il lavoro, la sua dignità, la sua funzione sociale è diventato un imperativo categorico. Bisogna sperimentare strade nuove per creare occupazione, come ad esempio i lavori garantiti. Gli enti pubblici devono fare gare d’appalto che tengano conto della qualità del servizio coniugato con la qualità del lavoro”.

E conclude: “Inoltre, se veramente si vuole tirare fuori Roma dalla spirale critica nella quale è stata colpevolmente infilata, la pubblica amministrazione, a partire dai ministeri, deve avviare una nuova stagione di assunzioni. Ciò significherebbe migliorare i servizi, rendere esigibili i diritti e dare un contributo importante per far ripartire l’economia della città”.

5 settembre 2019