“Si celebra oggi la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia in ricordo del 17 maggio 1990 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità depennò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali”. Lo dice la Cgil di Roma e del Lazio.
“E’ importante ricordare questa data che probabilmente riguarda una minoranza di persone? Sì, lo è. E perché un sindacato come la Cgil dovrebbe ricordare questa data? Perché ancora troppo spesso, mentre svolgiamo il nostro lavoro, entriamo in contatto con lavoratrici e lavoratori che subiscono lo scherno dei colleghi a causa del loro orientamento sessuale o della propria identità di genere, scherno che si trasforma in stigma, mobbing, discriminazione, odio e nel peggiore dei casi in violenza. E quando a mettere in atto questi comportamenti è un diretto superiore scattano l’isolamento, la solitudine, la paura che la propria professionalità non venga valutata come quella di tutti gli altri”.
“E allora sì. E’ necessario ricordare questa data, perché al di là delle statistiche secondo cui l’omotransfobia e le discriminazioni nei confronti delle persone lgbtqi* aumentano e della consapevolezza del clima intollerante, rancoroso, violento nei confronti di chiunque venga percepito come ‘diverso’, esiste un fatto: nel nostro Paese ancora non esiste una legge che contrasti e condanni l’omotransfobia“.
“Con il nostro ufficio ‘Nuovi Diritti’ la nostra organizzazione è stata e continua a essere al fianco di tutte le persone che rivendicano la libertà di vivere i propri affetti, il diritto di autodeterminarsi, di avere un lavoro e il diritto alla salute e alla sanità pubblica. Nel 2019, questi diritti primari, spesso sono ancora negati alle persone lgbtqi*“.
17 maggio 2019