“Torre Maura, Casalotti, Casal Bruciato: non passa giorno che non veda una guerriglia urbana nei confronti dei rom e della loro collocazione”. Lo dice la Cgil di Roma e del Lazio.
“La chiusura dei campi nomadi, analogamente a quanto già avvenuto in Italia e in tutta Europa,non può prescindere dall’attribuzione di alloggi in cui far abitare i rom, nella maggior parte dei casi residenti stabilmente a Roma. Eppure, la difficile situazione abitativa di Roma, l’assenza di una politica delle case popolari e la decisione del Comune di non firmare un protocollo sulle politiche abitative pubbliche e private che accoglieva le proposte e vedeva d’accordo, per la prima volta nella storia della città, della Regione Lazio e di tutte le associazioni coinvolte, da quelle degli inquilini a quelli sindacali ai costruttori, dalle rappresentanze degli studenti a quelle dei soggetti che occupano gli immobili, hanno prodotto un immobilismo che si scarica sui cittadini”.
“Va aggiunto che la Regione Lazio aveva messo a disposizione 200 milioni di euro per le politiche abitative destinati a Roma, risorse che il Comune non è stato in grado di utilizzare”.
“Il clima di odio che si respira in città e’ anche la conseguenza, così come denunciato in questi mesi, del ‘pacchetto sicurezza’ voluto da Salvini, che ha reso al contrario più insicure le nostre città e indebolito le politiche per l’accoglienza”.
“Per questi motivi aderiamo convintamente al presidio antifascista ‘La guerra tra poveri la perdono i poveri’ organizzato dalle Anpi territoriali, dalla Cgil di Roma nord Viterbo e dai partiti di sinistra a Casalotti per la giornata di domani”.
9 aprile 2019