Lavoro: Filt Cgil Lazio, su appalti Zara è ora di legalità

“La logistica di questo paese sta scrivendo l’ennesima pagina di lotta da quando in questo settore si è avviata la politica di terziarizzazione delle attività a favore di soggetti imprenditoriali non sempre in linea con le previsioni normative”. Lo dice la segreteria regionale della Filt Cgil sulla vertenza avviata nel Lazio presso i magazzini del noto marchio di abbigliamento Zara.

“Grazie alla grande attività portata avanti dalla guardia di finanza e dalla magistratura
ormai quasi tutti i mesi assistiamo ad arresti di presunti imprenditori che hanno attività in appalto nel settore. E’ evidente che dietro alle esternalizzazioni delle attività del settore non c’è l’auspicato efficientamento delle attività, ma solo ed esclusivamente un tentativo di comprimere i costi del lavoro utilizzando troppo spesso aziende camuffate da cooperative”.

“La vicenda Zara evidenzia ancora una volta che servirebbe una norma idonea a ridurre il perimetro di azione delle società cooperative, che nell’ambito della produzione di lavoro non hanno evidentemente motivo di esistere. Da settimane ormai abbiamo avviato una trattativa con l’azienda che ha in appalto le attività di facchinaggio per conto Zara sul nostro territorio finalizzata al ripristino della legalità, con il riconoscimento di tutte le previsioni normative ed economiche del Ccnl Logistica e degli arretrati per le tante e gravi mancanze riscontrate rispetto al passato, ma a oggi nessuna soluzione è stata trovata, malgrado le due giornate di sciopero già consumate”.

“Continueremo con tali iniziative fino al presidio di venerdì 8 marzo, presso il punto vendita Zara di via del Corso. In questi appalti convivono e collaborano circa 300 lavoratori di diverse nazionalità, italiani, egiziani, somali, eritrei, pachistani e indiani, che nel tempo hanno dovuto subire trattamenti salariali miseri, con orari di lavoro insostenibili. Chiediamo a Zara un impegno fattivo per risarcire i gravi danni che queste donne e uomini hanno sino a oggi subito e garantire loro la continuità occupazionale con un trattamento corretto e rispettoso delle leggi vigenti”.

1 marzo 2019