“Il Tar del Lazio, sezione di Latina, si esprimerà domani sull’ennesimo ricorso della società Ma.Ca mirato solo a bloccare la sua uscita dall’appalto, nonostante continui a non pagare stipendi e contributi. Temendo una decisione in questo senso, abbiamo dunque organizzato per domani, a partire dalle ore 9, un presidio sotto la sede del tribunale, in Viale Andrea Doria, in concomitanza con la camera di consiglio”. Lo comunicano la Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti di Frosinone e Latina.
“Pochi giorni fa avevamo appreso con molta soddisfazione l’emanazione del decreto del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca di aggiudicazione della gara ponte a nuovo affidatario e nella mattinata di venerdì 15 marzo era previsto al ministero del Lavoro l’incontro per formalizzare il cambio di appalto. A poche ore dall’incontro è invece arrivata l’ennesima sospensiva cautelare degli atti amministrativi da parte del presidente della sezione distaccata di Latina del Tar del Lazio, che, rispetto a un nuovo ricorso presentato da Ma.Ca. lo scorso 8 marzo, pur non pronunciandosi nel merito, di fatto interrompe di nuovo tutte le procedure di cambio di appalto in corso, permettendo ad aziende pesantemente inadempienti di rimanere nell’appalto. Una battaglia giudiziaria che ha rallentato e, ancora oggi, tiene bloccata l’assegnazione del servizio al nuovo soggetto”.
“Questo è il vero paradosso, perché è stata indetta una gara-ponte a fronte della revoca della convenzione cosiddetta Consip Scuole all’Ati Ma.Ca.-Servizi Generali-Smeraldo per gravi inadempimenti nel servizio in appalto e nei confronti dei lavoratori che vi operano e oggi che la gara è stata assegnata per porre fine a tale situazione, Ma.Ca., attraverso molteplici e reiterati ricorsi, blocca il subentro al nuovo aggiudicatario. Si è così determinato uno stallo che produce una vera emergenza sociale per i lavoratori ormai allo stremo e rischia di avere dei risvolti che vanno ben oltre questo singolo appalto. Si rischia di fatto di determinare un nuovo modello che andrebbe a compromettere il corretto funzionamento di tutti gli appalti pubblici: pur in presenza di revoca della convenzione/appalto ma grazie a cavilli legali, si produrrebbero attraverso continue sospensive e in assenza di pronunciamenti di merito, infiniti allungamenti di tempi e quindi di gestione degli appalti da parte di aziende formalmente non idonee che però possono continuare a percepire soldi pubblici. La suddetta condizione si scarica pesantemente anche sulla stessa pubblica amministrazione che, pur volendo estromettere una società su cui è intervenuta la revoca di una convenzione/appalto, è di fatto impossibilitata a farlo finché l’intero percorso del processo amministrativo non termini tutti i gradi di giudizio. Un sistema tutto legato quindi alle formalità tecnico-burocratiche più che ai contenuti di merito, perché nonostante gravi mancanze nell’esecuzione del contratto di appalto e delle norme sul lavoro (mancate retribuzioni da oltre 18 mesi, evasione contributiva, accertamento di lavoro in nero, mancato rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza etc) non si riesce a riportare nella regolarità e nella legalità un appalto pubblico e a espellere le aziende che hanno determinato tali situazioni.
“Anche se questa mattina è uscito il pronunciamento positivo del Consiglio di Stato rispetto al ricorso attivato dal Miur e dalla Filcams nei confronti della sospensiva del Tar di Latina, che viene di fatto revocata, questo stato di immobilismo penalizza fortemente i lavoratori”.
“Domani ci aspettiamo una forte presenza anche del mondo istituzionale per dimostrare la vicinanza ai lavoratori e prendere le distanze da chi aggira le normative e i contratti di lavoro”.